Pagina:Bentivoglio, Guido – Memorie e lettere, 1934 – BEIC 1753078.djvu/316

Da Wikisource.
310 la nunziatura di parigi


tante considerazioni che m’hanno mosso ad abbracciare le cose del duca di Nevers, m’ha mosso particolarmente un motivo che mi fece Lusson, e fu che venendosi all’armi il re pretenderá che Nostro Signore scomunichi questi principi. Ciò sarebbe senza dubbio un voler impegnar Sua Santitá in una materia di conseguenza molto importante e da partorir forse un’alienazione grandissima in tutti questi prencipi cattolici da Sua Maestá e dalla santa sede, quando vedessero che in cause mere temporali si fulminassero le scomuniche contro di loro, e di fargli precipitar forse tanto piú facilmente nell’eresia e nell’unione cogli eretici. Lusson però mi disse che di ciò apparivan molti altri esempi. Alle quali cose io risposi con termini generali, e con assicurar solamente che tutto quello che Sua Beatitudine avesse potuto fare in aiuto della causa del re Laverebbe fatto con ogni prontezza ed affetto; quanto al breve per Nevers, mi disse Lusson che nei termini ne’ quali era scritto non poteva esser di molto frutto, che nondimeno n’avrebbe parlato alla regina, e fattomi poi sapere se Sua Maestá avesse gustato che vi fosse mandato. Intanto quel che posso concludere nel punto presente, per fine di questa cifra, è che tutte le cose di qua si dispongono all’armi. Jamines va con autoritá grande in Campagna, ed è gran miseria quella della regina, che non sapendo di chi fidarsi fa elezione di Jamines, dopo l’ingiuria fattagli di levargli bruttamente di mano Condé, ma si fida molto meno del duca di Ghisa, il quale perciò sotto vari pretesti cercaranno di tener qui per esser cugino carnale di Nevers e di Umena, e perché nel suo cuore egli odia Ancre, e piú di lui l’odiano assai il cardinale e Gianvilla suoi fratelli, oltre che Ghisa non mostrossi molto capace nell’occasione passata di governar un esercito.

Ho voluto rappresentare a Vostra signoria illustrissima distintamente con questa cifra lo stato delle cose presenti di questo regno, affinché Ella in una occhiata le vegga, le giudichi, e da Nostro Signore e da lei vi si possano anticipatamente preparare quei rimedi che potranno venire dalla lor parte.