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26 delle memorie


Capitolo IV.

Come io fussi fatto cameriere segreto dal papa; e come facessi ritorno a Padova per finire gli studi, e me n’andassi poi alla corte di Roma.

Prima che venisse a Ferrara il pontefice, aveva egli fatte varie dimostrazioni d’onore verso alcuni soggetti ferraresi di famiglie nobili, che innanzi al devolvere quello stato alla sede apostolica si erano (aspettando l’esito) introdotti nella professione ecclesiastica. Questi furono i conti Bonifazio Bevilacqua Francesco Sacrati Ottavio Tassoni e Alfonso Gilioli. Il Bevilacqua e Sacrati furono posti nelle due signature di grazia e di giustizia, e fatto l’uno governatore di Camerino e l’altro di Fano; e agli altri due il papa diede luogo nel servizio de’ suoi camerieri segreti. A me similmente si compiacque di fare il medesimo onore prima di partire da Ferrara, e insieme concedermi che prima che l’andassi a servire nella corte di Roma, io andassi a finire i miei studi a Padova; ma per alcune occorrenze mie domestiche io fui costretto a fermarmi tutto quell’anno 1599 in Ferrara. Al governo di quella legazione in luogo del cardinale Aldobrandino era rimasto con titolo di collegato il cardinale San Clemente di casa San Giorgio, famiglie delle piú antiche e piú nobili del Monferrato e di tutti quei paesi lá intorno. Cardinale veramente di gran valore, d’alta e nobile corporatura, liberale cortese magnanimo, e che aveva in tutte le sue azioni altretanto del cavaliere quanto avesse dell’ecclesiastico. Quivi io mi trovava quasi continuamente a servirlo, e ne ricevei molti fruttuosi ricordi per avermi a ben governare nella corte di Roma. E piú volte egli fece piú d’un presagio intorno agli avanzamenti che avrei potuto sperare di ricevere in essa. Sbrigato dunque che io fui da Ferrara, tornai nel principio di prima-