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lettere diplomatiche 315


che m’ha mosso ancora l’aver veduto che gli altri ministri publici hanno fatto il medesimo con i loro prencipi. Il Bartolini residente della gran duchessa ha desiderato d’aver parte nella spedizione dell’istesso corriere; e perciò s’è spedito in comune e comune sará la spesa, che per la mia porzione è di cento scudi di questi d’oro. Potrá degnarsi Vostra signoria illustrissima, cosí parendole, d’ordinare a monsignor tesoriere che ne faccia far il rimborso. Non ho lettere da accusare a Vostra signoria illustrissima perché non sono capitate sin ora.

Di Parigi, li 25 aprile 1617.

VII

Elezione del nuovo sindaco della facoltá teologica
all’universitá di Parigi.

La settimana passata bisognò eleggere il nuovo sindico della facoltá teologica di questa universitá, e v’aspirava il dottor Anichino teologo della Sorbona e gran ricerista: ma con gli offici che si son fatti dai buoni è stato eletto il dottore Isambert pur teologo e dottor sorbonista, e soggetto di grandissimo zelo e dottrina, ed uno di quelli che sono piú ben affetti verso la sede apostolica. Ho fatto anch’io quello che bisognava in tal occasione, ma senza strepito acciò che i miei offici riuscissero tanto piú fruttuosi quanto meno sospetti.

Di Parigi, li 25 aprile 1617.