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lettere diplomatiche 319


XI

Persecuzioni a parenti e favoriti del maresciallo d’Ancre.

Nel furor che ha mostrato il popolo di Parigi contro il maresciallo d’Ancre ha patito ancora i suoi infortuni l’arcivescovo di Tours suo cognato. All’arcivescovo fu saccheggiata la casa ed andarno come a sacco parimente l’arcivescovato e le sue abbazie. Il re ne dispose subito, e nominò all’arcivescovato il vescovo di Baiona suo primo elemosiniere, e all’abbazia di Marmotier, che è la principale, il cavalier di Vandomo, che ne aveva però avuto in altri tempi il brevetto; e ad un’altra di poco momento uno che è medico di Sua Maestá. L’arcivescovo ha poi giudicato a maggior suo vantaggio il risegnar nelle medesime persone con pieno consenso e la chiesa e l’abbazie, e veramente il vescovo di Baiona ha proceduto bene, essendosi offerto a lasciargli la chiesa se l’avesse voluta, e gli è stata parimente usata ogni cortesia dal cavalier e dal medico. Sopra la chiesa di Tours restará donque all’arcivescovo una pensione di mille scudi di questi d’oro, e un’altra simile sopra l’abbazia di Marmotier, e ducento scudi sopra l’altra. Con un tal abate di Liuri italiano, che altre volte fu in favore della marescialla e che ne riportò due abbazie, è stato proceduto con gran violenza, perché un cavalier francese con le pistole contro l’ha fatto rinunziar per forza e l’ha tenuto preso. Ma egli, essendo fuggito si trova ora in custodia del signor Cardinal di Perona, al quale ha servito altre volte, e si crede che la passerá bene.

Di Parigi, li 9 maggio 1617.

Come scrissi per il corriere spedito, visitai subito Villeroy e Sillery. Ho visitato poi anche gli altri che son rientrati nei loro uffici di prima, cioè Vaer, Giannino e Pisius. Sono passati