Pagina:Bentivoglio, Guido – Memorie e lettere, 1934 – BEIC 1753078.djvu/329

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lettere diplomatiche 323


parte, per quel s’intende, nel caso del marescial d’Ancre, e mosso poi da spirito furioso ha detto a piú persone che il colpo non era perfetto, e che il re doveva levar di vita la madre e che egli l’averebbe uccisa. Ha confessato il tutto, e gli sará dato il supplicio che merita. Ma perché egli è sacerdote, si scuopre che il parlamento pretenderá che il vescovo di Parigi prima lo degradi: il che non vorrá fare il vescovo senza conoscere prima la causa nei debiti modi, sí che potrebbe essere facilmente, che secondo i soliti abusi di qua, egli fosse fatto morire senza degradazione.

Di Parigi, li 9 maggio 1617.

XVIII

Opportunitá che s’inviino brevi da presentarsi a personaggi eminenti.

In questo nuovo stato di cose vo pensando, che per servizio di Nostro Signore e della sede apostolica, sarebbe molto a proposito che Sua Santitá inviasse qua una mano di brevi da presentarsi al re alla regina sua moglie a vari prencipi e ministri, e in bianco ad altre persone, com’io giudicherò allora piú conveniente. Potrebbe Sua Beatitudine, se cosí le parerá, scrivere al re pigliandone occasione dall’aver Sua Maestá nuovamente preso in mano il governo, com’anch’agli altri sull’istessa occasione, rimettendosi nel resto alla mia viva voce. Ai cardinali ancora e a qualch’altro prelato di maggior qualitá sará bene di scrivere e di fare i brevi nella medesima conformitá. Mando una lista di quelli che si debbono aver principalmente in considerazione, rimettendo però il tutto alla somma prudenza di Sua Santitá e di Vostra signoria illustrissima, alla quale bacio le mani.

Di Parigi, li 9 di maggio 1617.