Pagina:Bentivoglio, Guido – Memorie e lettere, 1934 – BEIC 1753078.djvu/34

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28 delle memorie


una penna celebre che scrivesse le memorabili azioni di Alessandro suo padre in quelle provincie. Il che poi non seguí per varie difficultá, né fu la minore quella di lui medesimo per divertirsi troppo dalla fatica: e questo era il difetto che prima ancora gli si attribuiva, e per cagione del quale si giudicava ch’egli non avesse conseguito nella corte di Roma impieghi ed avanzamenti maggiori. Dalla sua conversazione io riportai frutto grandissimo, che poi ha giovato sommamente a produrre i miei parti istorici, e senza dubio egli era un gran litterato; ma benché fusse mio stretto e cordiale amico io non posso tralasciare però di soggiungere che per commun giudizio si desiderava che le sue composizioni uscite poi alla stampa fussero altretanto spiritose quanto sono gravi, giudicandosi che in esse a gran pezzo non corrispondeva l’ornamento alla gravitá, né la vivezza de’ sensi all’eleganza delle parole. Nella meditazione della sua farnesiana istoria egli professava di voler seguitar l’idea liviana molto piú che la tacitesca; ma stimavasi che in quella ancora averebbe potuto egli imitare la parte grave molto piú che la spiritosa; e similmente la sua istoria sarebbe riuscita o sterile di concioni nel farle nascere o povera di concetti nel farle poi comparire.

L’altro, mio posso dire coetaneo, era l’abbate Federico Cornaro oggidí cardinale e nipote del cardinale Francesco vescovo di Trevigi da me nominato di sopra, il quale era morto poco prima che il papa venisse a Ferrara. Aveva il cardinale Aldobrandino mostrato sempre un affetto grande verso di lui, e perciò desiderava di far succedere quanto prima nell’istessa dignitá il nipote al zio. È la casa Cornara come ognuno sa delle piú antiche piú illustri e piú stimate che abbia la republica di Venezia. In quella casa hanno fiorito sempre uomini segnalati in tutte le professioni militari e civili di chiesa e di stato; ma nelle dignitá ecclesiastiche specialmente quella casa è stata si può dire un seminario di cardinali e di vescovi, numerandosi da un tempo in qua con serie d’anni poco disgiunti sei cardinali e diversi vescovi delle prime cittá che abbia lo stato veneto. Con l’accennata intenzione