Pagina:Bentivoglio, Guido – Memorie e lettere, 1934 – BEIC 1753078.djvu/378

Da Wikisource.
372 la nunziatura di parigi


Este medesimo, per esser finalmente cardinale solo e che averebbe dovuto separarsi dagl’interessi della sua casa, e con pericolo di non poter poi seguitare intieramente quei della Francia, quando i rispetti della sua casa venissero in opposizione a quei della Francia.

Nella mia persona dunque s’è considerata la qualitá della casa, qualche particolare esperienza acquistata da me in tanti anni di maneggi publici, quella ch’io ho presa in questa nunziatura delle cose proprie di questo regno, la sodisfazione che s’è ricevuta dal mio procedere, ma sopra ogni cosa la confidenza ch’io potrei aver con Nostro Signore e con Vostra signoria illustrissima per procurar di tenerle in buona congiunzione con questa corona, e la confidenza pure ch’io riporterei di qua, per tener nella medesima buona congiunzione il re e gli interessi di qua con Sua Santitá e con la santa sede, e con la persona particolare di Vostra signoria illustrissima. Per queste considerazioni che specialmente fanno apparire il buon animo del re verso Sua Santitá e la sua casa e verso Vostra signoria illustrissima, Sua Maestá per via del duca di Luines, e Luines per via del padre Arnoldo, mi fece, com’ho detto, offerir subito segretamente la comprotezione al medesimo tempo che si trattava degli altri cardinali nominati di sopra. Io presi tempo a pensare, e pregai e feci pregar Dio che m’inspirasse al meglio in negozio sí grave, ed esaminai la materia principalmente sopra tre punti, l’un che riguarda il servizio di Dio, della santa sede e la considerazione del ben publico, l’altro che riguarda gl’interessi della casa e persona particolare di Vostra signoria illustrissima, ed il terzo che concerne gl’interessi miei propri.

Quanto al primo punto, io ho considerato che senza dubio un cardinale italiano confidente e versato nelle cose di qua, ch’avesse in Roma i maneggi di questo regno, potrebbe essere un grand’instromento per conservare e stringere sempre piú l’unione fra la santa sede e questa corona, ch’è il maggior bene che possa risultare all’una ed all’altra parte, massime in tempo d’un re dotato d’eccellente pietá e disposto a tutte