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lettere familiari 387


Vostra signoria illustrissima per monsignor commissario della camera, che subito la guerra fra di noi fu finita. Ma lasciando li scherzi io rendo quelle piú riverenti grazie che posso a Vostra signoria illustrissima della benigna protezione ch’ella s’è degnata di pigliar nuovamente di quest’interesse della mia casa con la venuta qua del sudetto signor Martinozzi. Egli portò seco l’augurio dell’aggiustamento, che doveva seguire del negozio, ed appunto mentr’egli è stato qui s’è poi terminato del tutto. E Nostro Signore medesimo ieri l’altro in concistoro parlandomi con particolar gusto e benignitá di questo successo, si degnò di dirmi che il signor Vincenzo aveva rappresentato a Sua Santitá il piacere che di ciò avrebbe sentito Vostra signoria illustrissima. Con l’umanissimo affetto di lei ha cospirato a pieno quello similmente dell’illustrissimo signor Cardinal Barberino, che si compiacque ieri poi d’inviarmi per il signor conte Girolamo Bentivoglio il chirografo segnato da Nostro Signore. La composizione è di tre mila scudi, e cosí restiamo liberi da tutte le molestie de’ camerali. Vengo ora alle vere legazioni, ed a quelle che sono proporzionate all’eminenza non meno del merito che del grado di Vostra signoria illustrissima. Non goderá ella particolarmente di quest’ultima, che le dará occasione di visitare sí bel sole spagnuolo? Noi qui la passata domenica trattammo a lungo di questa materia nella nostra congregazione del cerimoniale. Vostra signoria illustrissima saprá il tutto distintamente né si può dubitare ch’ella, e con gli ordini prudentissimi di Nostro Signore e col singolar suo giudizio proprio, non sia per condur quest’azione in ogni piú esquisita maniera. Delle sue glorie niuno giá mai piú di me goderá, né della sua grazia niuno sará giá mai piú ambizioso. E per fine a Vostra signoria illustrissima bacio umilissimamente le mani.

Di Roma, il primo di settembre 1631.