Pagina:Bentivoglio, Guido – Memorie e lettere, 1934 – BEIC 1753078.djvu/394

Da Wikisource.
388 lettere familiari


IX

Al signor Cardinal di Richeliú, a Parigi.

Con somma benignitá si compiacque Vostra Eminenza di scrivermi due lettere l’anno passato, l’una da Parigi sotto li 17 di maggio, e l’altra da Fontanableò sotto li 14 d’ottobre, nelle quali prevenendo il mio desiderio con la sua umanitá mi commandò espressamente, che da allora in qua io m’indrizzassi sempre a lei stessa intorno al particolare della mia pensione. In conformitá di ciò ebbe poi il signor avvocato Picard mio agente una benignissima audienza da lei a parte, ed un’altra in presenza del giá signor marchese d’Effiat soprintendente delle finanze, e con tanta risoluzione Vostra Eminenza diedegli ordini che bisognavano perch’io ricevessi nel l’accennata materia la dovuta sodisfazione, ch’io tenni per certo d’aver ben presto a vederne gli effetti. Ora per eseguire il suo proprio commandamento io m’indrizzo di nuovo a lei stessa, e le do parte che non è seguita mai alcuna effettuazione de’ suoi ordini, e che resta tuttavia questo mio interesse quasi nel medesimo stato d’allora. Con quanta mia mortificazione io mi vegga trattato in questa maniera, Vostra Eminenza medesima può giudicarlo. Io la supplico di nuovo a considerare che son piú di dodici anni ch’io servo il re in questo carico della comprotezione di Francia. Che sempre ho servito Sua Maestá con zelo e devozion singolare. Che da me è stato preferito il riguardo del suo servizio ad ogni altro de’ piú importanti ch’io potessi aver nel mio proprio. Che da molti anni in qua io sostengo non solamente il carico della comprotezione in luogo del signor Cardinal di Savoia, ma tutte l’altre funzioni solite a farsi da cardinali francesi, quando si trovano in questa corte, e che finalmente io solo di tutto il sacro collegio porto l’armi di Francia sulla mia casa, e ne professo la dipendenza. Che sono gravissime le spese che qui