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402 lettere familiari


tempo che la campagna non è ancora verde. Giace in mezzo d’un’ampia foresta, e s’alzano intorno alla casa varie colline coperte di sassi, che sí come non rendono frutto alcuno alla terra cosí non porgono diletto alcuno alla vista. La foresta è piena di cervi, e perché questa è la caccia che piú frequentano i re di Francia perciò vien nobilitato questo sito, poco nobile per se stesso, da sí vasta abitazione e sí maestosa. Non vi mancan però giardini bellissimi; ed oltre alla prima fontana che diede il nome alla casa, ve ne sono molte altre che rabbelliscono grandemente. Ma perché non date una scorsa qua voi medesimo? Giungerete anche a tempo di veder piú d’una volta Fontanableò prima ch’io torni a Parigi. Intanto da questa mia lunga lettera, e scritta in convalescenza, Vostra signoria vedrá il piacere ch’io ho preso in participar della sua conversazion di lontano, giá che non ho potuto d’appresso. E per fine le prego ogni bene e contento.

Di Melun, li 7 d’aprile 1620.

XIX

Al signor Muzio Ricerio segretario del sacro collegio, a Roma.

A Dio, Muzio, a Dio. Ma questo è un a Dio di ritorno a casa, e non di partita. Ed eccomi apunto di ritorno in Italia, giunto a Turino e uscito di giá, col divino aiuto, fuori dell’Alpi felicemente. Questa è la quarta volta che le ho passate, e ciascuna volta in ciascuna delle stagioni dell’anno; la prima di state per la via degli svizzeri andando alla nunziatura di Fiandra; la seconda d’inverno per la Germania, tornando da quei paesi; la terza d’autunno per la Savoia; e la quarta di primavera pur’anche per la Savoia, ora che ritorno cardinale da quelle parti. Da Lione in qua spezialmente cominciai a godere la primavera, la quale m’ha poi sempre accompagnato per l’Alpi, e con cielo e strade apunto di primavera; dal Mon-