Pagina:Bentivoglio, Guido – Memorie e lettere, 1934 – BEIC 1753078.djvu/409

Da Wikisource.

lettere familiari 403


senese infuori ch’ho trovato coperto di neve e con chioma tutta ancora d’inverno, come apunto conveniva al padre dell’alpina famiglia. Ma ben possono bastar queste quattro volte, e certo son sazio d’Alpi e stracco di viaggi in maniera che non è possibil di piú. La mia partita di Parigi fu sí inaspettata come inaspettato fu il caso che la produsse; ciò è, la morte improvisa di papa Paolo di santa memoria. E sí breve intervallo è corso dal tempo della mia promozione a quello della sua morte, e poi dal caso della sua morte alla necessitá della mia partita; e mi sono trovato in tante agitazioni di corpo e d’animo nella congiuntura di questi accidenti, che tuttavia ne rimango stordito e non so dir bene ancora s’io mi sia in Italia o in Francia, cardinale o nunzio, con papa Paolo vivente o col nuovo pontefice Gregorio che gli è succeduto. Seppi la sua creazione di qua da Parigi alcune giornate; e non si poteva certo far la migliore; e ben l’ha mostrato il cospirante consenso del sacro collegio e Tessersi quasi ad un tempo chiuso ed aperto il conclave. Onde voi avrete avuto poco da maneggiarvi nel vostro offizio, e poco da stare imprigionato in sí nobil carcere. Ma ritorno a me stesso ed al mio viaggio. Sino a Lione io venni in lettica, e per l’Alpi mi son fatto condurre parte in lettica e parte in sedia su le spalle incallite di quelle camozze umane chiamate maroni. Dalla corte di Roma partii con tutte quelle dimostrazioni d’onore e di stima che piú si potevan desiderare. Qui in Turino ho ricevuto parimente ogni piú onorevole e benigna accoglienza da questi prencipi serenissimi. Poco prima di me è partito di qua il signor Cardinal di Surdis, che se ne viene a Roma. Anch’io partirò fra due giorni, piacendo a Dio, e con la maggiore impazienza del mondo di poter giungere quanto prima alla corte. Intanto eccovi per pegno di memoria e d’affetto questa lettera che mi precorre. Voi all’incontro montate alla piú alta cima della mia casa di Montecavallo, e con uno di quegli occhiali di vista lincea spiate il mio arrivo, e venite subito ad incontrarmi. Ebbi la vostra lettera che m’annunziava la prossima futura mia promozione, ma non ho avuto poi l’altra in