Pagina:Bentivoglio, Guido – Memorie e lettere, 1934 – BEIC 1753078.djvu/423

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I

Al signor Enzio Bentivoglio, — Roma.

Non è comparso qua l’ordinario d’Italia questa settimana ed io perciò mi trovo senza lettere di Vostra signoria. Contuttociò non voglio lasciar di scrivere per continovar l’ordine cominciato. Partí poi di qua il signor Ferrante l’ultimo giorno del mese passato con intenzione d’andar ad ogni modo in Ispagna, cosí avendo concertato col marchese dal quale fingerá che a Parigi gli siano giunte lettere con le quali gli venga comandato a trasferirsi a quella corte. Egli anderá insomma semplicemente per farsi conoscer servitore al re e per aiutare la lite di Napoli, deposto ogni pensiero d’andar a pretendere; perché ciò saria contro la volontá dell’arciduca, il quale non ha voluto dargli licenza conforme all’ordine del re di non la dare a niuno che voglia andare a pretendere. Sono ormai due mesi che Vostra signoria cominciò a darmi intenzione di farmi rimetter due mila ducatoni, e fin qui non ho veduto effetto alcuno. E veramente se le cose dovessero continovar cosí, io temerei di non esser venuto in Fiandra a perder la reputazione in cambio d’acquistarne. Anzi io non so come finora l’avrò ben mantenuta, essendomi sul bel principio bisognato pigliar in credito pane birra legna e mille altre cose necessarie, potendo ben considerare Vostra signoria che in questo tempo ch’io sono stato senza danari non ho potuto viver d’aria con tante bocche alle spalle. Non ho