Pagina:Bentivoglio, Guido – Memorie e lettere, 1934 – BEIC 1753078.djvu/424

Da Wikisource.
418 dai carteggi domestici


potuto perciò ritenermi di metterle in considerazione. Che bell’onor sará stato questo a me ed alla casa nostra, avendo io avuto bisogno di far cosí presto del debito! Vengo insieme a pregarla che per l’avvenire abbia maggior pensiero alle cose mie ed al mio mantenimento dando ordini tali che mi sia soccorso in tempo, e ch’io non abbia occasione di dolermi di lei. E le bacio per fine con tutto l’affetto le mani.

Di Brusselles, 9 febbraio 1608.

P.S. — So che non potrò mai dolermi di Vostra signoria ma della necessitá, nondimeno bisogna vincerla trattandosi tanto all’ingrosso di tutte le cose nostre.

II

Allo stesso, — Ferrara.

Signor fratello. Mi trovo senza lettere di Vostra signoria non solo di quelle ch’io poteva aspettar quest’ordinario, ma anche di quelle che dovean capitarmi la settimana passata. Il tempo da parecchi giorni in qua non è sí cattivo che tutta la colpa di sí gran tardanza possa esser della stagione, onde è forza che in parte nasca dalla negligenza dei corrieri e maestri delle poste dello stato del papa, i quali non fanno capitar le lettere in tempo debito a Mantova, dove s’uniscono la maggior parte delle lettere d’Italia che vengono in Fiandra, ed io mi confermo in questa opinione avendo saputo che sono comparse questo ordinario tutte le lettere di Lombardia e del resto d’Italia da quello dello stato della Chiesa in poi. A me frattanto è di grandissimo dispiacere questo disordine, trovandomi io con estremo desiderio d’aver nuova del negozio del molino, e d’aver risposta a molti particolari che sono passati nelle nostre lettere precedenti.

Io, cosí per non aver sue lettere come per non esser qui