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422 dai carteggi domestici


V

Allo stesso.

Signor fratello. L’ultima di Vostra signoria dei 12 del passato mi dá avviso ch’era per seguir sicuramente quello che altre volte m’ha scritto intorno al taglio caetano, il che m’è carissimo d’intendere, e piú caro mi sará poi di saper che a noi abbia di qui risultato quel benefízio che ne aspettiamo.

M’è stata anche di grandissimo gusto la nuova certezza che mi dá Vostra signoria dell’intenzione sua verso il cavaliere, e della mira ch’ella ha di procurar che fra di noi si conservi ogni maggior concordia ed unione d’animi, col che deve ella persuadersi che noi parimente dal canto nostro siamo per corrispondergli in un istesso fine. La lettera che Vostra signoria gli scrive in questo proposito io gliela manderò, essendo egli partito di Brusselles, come le ho scritto con altre mie. E quanto alla venuta a Roma di esso cavaliere, quando pur mancassero tutti gli altri rispetti per indurvelo, stimo che a persuaderlo sia per bastare il fine di farsi conoscere ai padroni, come appunto Vostra signoria mi accenna, ed io procurerò tuttavia di confermarlo nella intenzione ch’egli ne mostra.

Io non aveva conoscenza alcuna del Ghirardi, ma quando intesi ch’era lucchese, non restai soddisfatto della risoluzione di Vostra signoria, sapendo io per un poco di pratica che in generale quella nazione è piena di grande pretensione e vanitá. Il Piccinino, che lo conosceva, me n’avea poi data poco buona relazione, onde tanto piú dispiaceva che Vostra signoria fosse per averlo al suo servizio. Per questi rispetti ora m’è carissimo che Vostra signoria si sia sbrigato di lui. E quanto al desiderio ch’ella tuttavia mostra d’avere il Verato, io non posso non persistere in quello che giá le ho scritto intorno al non giudicarlo io a proposito in modo alcuno per tal ser-