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libro primo - capitolo vi 59


vanlo maggiormente stimare tanto piú le sue parentele sí strette con tutti i prencipi, e con tutti due i capi delle due case Colonna e Orsina. Amava egli sommamente la musica, e manteneva in casa virtuosi in quella professione eccellentissimi. Era grand’elemosiniere; fabricava una religiosa chiesa alla religione de’ teatini. Mostravasi liberale in ogni altra piú nobil forma, e veniva commendato singolarmente in una qualitá che spesso in Roma si desidera e di rado si trova, cioè ch’egli fosse verace e che sempre religiosamente osservasse quello che promettesse. E certo pochi altri nepoti che siano rimasti in elevata fortuna avranno avuto quel non so che di grande in se stesso che non si può bene esprimere come l’ebbe il cardinale Montalto, e non meno di lui anco il prencipe suo fratello. E soleva dire la duchessa di Sessa, donna di raro ingegno e longamente versata in Roma, che l’uno e l’altro di loro pareva nato grande e non divenuto.

A Montalto succedeva il cardinale Colonna Ascanio. Da giovane era passato egli in Spagna non solo per fare i suoi celebri studi con tanto maggior profitto nelle celebri scuole di Salamanca, ma per far tanto piú apparire insieme la devozione sua particolare e della casa sua verso Filippo secondo regnante allora, e verso quella corona. Onde per l’instanze del medesimo re oltre alle considerazioni proprie della sua casa egli era stato promosso al grado di cardinale da Sisto quinto. Dalla corte di Spagna tornato poi a quella di Roma aveva partorito di sé un gran concetto. Era sopramodo vivace d’ingegno, fornito di varia ma nobile litteratura, e dotato naturalmente d’una soave e pellegrina facondia; ma godeva egli in particolare una sí felice memoria, sempre conservando le cose lette e discorse che non si presentava perciò nelle conversazioni quasi materia alcuna della quale non si mostrasse piú che tinto, e con troppo compiacimento da se medesimo non si applaudesse. Viveva con molto splendore, e procurava con le sue azioni di darlo non meno che di riceverlo dalla sua famiglia, e di apparire specialmente degno figliuolo di Marco Antonio suo padre che tanto si era illustrato nella lega memorabile contro il turco.