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58 delle memorie


sí largo il numero loro e sí varie le qualitá, non deve perciò sentirne pregiudizio la Chiesa fondata e mantenuta per tutti i secoli in una somma perfezione di governo, benché spesse volte siano imperfette le azioni di quelli nelle cui mani principalmente vien consegnato e distribuito.

Ma tornando alla mia narrazione, Sforza era il piú antico diacono. Dopo di lui seguiva il cardinale Perretti col titolo di Montalto, ch’era prima il titolo usato da papa Sisto suo zio. Era di quindeci anni Montalto appena quando il zio l’aveva promosso al cardinalato. Per essere di etá cosí tenera egli non aveva quasi alcuna participazione del governo e per conseguenza neanco dell’invidia e dell’odio che resta per l’ordinario in quei nipoti, i quali o per lunghezza di tempo o per eccesso d’autoritá sono stati nel supremo luogo del ministerio appresso i loro zii. Rimasto dunque Montalto con l’officio di vicecancelliere vacato in tempo di Sisto per morte del cardinale Alessandro Farnese e con altre larghissime entrate ecclesiastiche, abitava egli nel palazzo amplissimo della vicecancelleria, e vi si tratteneva con una delle piú numerose famiglie e piú splendide che allora si vedessero in Roma. Aveva egli piú del rozzo che dell’amabile nell’aspetto; grave di portamento nella persona e quasi non meno di communicazione eziandio ne’ costumi, ritenuto assai di parole e pieno di certa esteriore malinconia che da molti era giudicata piú tosto una sua interiore alterigia, e quantunque nelle conversazioni domestiche egli si mostrasse poi molto cortese e trattabile, nondimeno e la sua propria retiratezza e l’uso ch’egli aveva pigliato di convertire quasi intieramente il giorno in notte e la notte in giorno rendevano sopra modo difficile il trattar seco, e rendevano insieme lui stesso tanto alieno maggiormente dallo star sul negozio al quale per sua natura poco inclinava. Ma in ogni modo era gran cardinale, grandemente stimato nella corte di Roma e fuori di essa da tutti i prencipi, e dal granduca di Toscana Ferdinando in particolare, che aveva deposto il cardinalato in tempo di Sisto quinto e riteneva sempre un’affettuosa e costante amicizia col nepote Montalto. Face-