Pagina:Bentivoglio, Guido – Memorie e lettere, 1934 – BEIC 1753078.djvu/75

Da Wikisource.

libro primo - capitolo vii 69


sione di esercitarne poi uno di molta stima, e fu d’andare vicelegato in Polonia col cardinale Salviati e per suo principal ministro massimamente nelle materie criminali, che erano le piú gravi e le piú difficili che fussero in quella necessitá, che aveva allora il legato d’usar piú la severitá che la piacevolezza nel suo governo. Cresciuta poi la fama di Tosco, crebbero in lui sempre piú ancora gl’impieghi, onde tornato a Roma non passò molto che papa Clemente gli appoggiò il principal peso della sacra consulta, la quale pure nell’istesse materie criminali ritiene la medesima autoritá in tutto lo stato ecclesiastico, e lo lasciò poi vescovo di Tivoli. Fu dal medesimo papa eletto governatore di Roma, ch’è il ministro maggiore pur similmente della giustizia criminale della corte, né si può dire quanto lodevolmente in particolare egli esercitasse quell’officio nel tempo che il papa si trattenne in Ferrara e che in luogo suo restò legato il cardinale di Aragona in Roma; onde al ritorno il papa non volle differire piú a premiare le tante fatiche di Tosco, e perciò nella promozione che seguí lo creò cardinale insieme con gli accennati soggetti, e quelli dal favor solo della virtú, come ho detto, senza partecipazione della fortuna potevano riconoscere l’esaltazione da loro conseguita. Ma in ogni modo nel secondo prossimo conclave, dopo esser mancato Clemente, volle pur la fortuna (ben si può credere che in questa parola di senso umano io intenda sempre l’alta impenetrabile ed infallibile providenza divina) far vedere uno de’ suoi soliti giuochi nella persona di Tosco prima eletto papa con maggior numero di voti che non gli facevano bisogno, e poi caduto dall’elezione stranamente in un subito, e quasi con maggior maraviglia in questo secondo successo che non si era pigliata nel primo, il quale l’aveva partorita veramente grandissima: percioché se ben’egli aveva quei meriti che potevano bastare per farlo essere cardinale, non aveva però tutte quelle parti che erano necessarie per farlo essere pontefice. Non si vedeva in lui né tal pratica di maneggi publici né tal gravitá di costumi ecclesiastici né tal concorso d’altri proporzionati ornamenti che potessero a pieno