Pagina:Bentivoglio, Guido – Memorie e lettere, 1934 – BEIC 1753078.djvu/76

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70 delle memorie


renderlo capace di un sí alto e maestoso officio; anzi ne’ costumi non avendo egli mai deposta certa libertá di parole oscene, che sogliono usarsi in Lombardia, le proferiva spesso non s’accorgendo di proferirle e vi scherzava sopra, pensando che fussero degne appunto di scherzo piú che di riprensione; ma nel resto gran dottore di legge quanto buono in giudicatura, e sopratutto gran giudice in criminale. Erasi mostrato specialmente grand’emulo del celebre Farinaccio nella conformitá della professione, degl’impieghi e del grado; e dopo non meno ancora gli si mostrò nella mole di tanti volumi dall’uno e dall’altro stampati, benché fussero con questa differenza poi ricevuti, cioè che Tosco ne’ suoi fusse riuscito uomo di fatica piú che d’ingegno, e all’incontro che Farinaccio avesse conseguita lode uguale nell’una e nell’altra parte.

E passandosi ora al cardinale d’Ossat francese, quanto inferiore si può riputare il suo nascimento a quello di Tosco, percioché al fine si sapeva dove e di qual padre e madre Tosco era nato; ma la nascita di Ossat era involta da sí tenebrose notizie che dal sapersi in fuori che la provincia di Aquitania, la quale è una delle maggiori di Francia, l’aveva prodotto, del resto il padre la madre ed il luogo del suo natale non solamente erano cose oscure ma cose del tutto ignote. Allevato dunque e nodrito dal caso, e posto in mano della virtú la quale voleva poi maravigliosamente esaltarlo, cominciò dalla puerizia a dar manifesti segni d’un’indole che pronosticava ogni piú felice riuscita in ogni sorte di lettere.

Né andò fallace il pronostico. Trasportato a Parigi, non si può dire quanto presto egli s’avvanzasse e nello studio legale e nell’altre scienze piú astruse, e in quelle parimente che sono le piú praticate e piú nobili. Alzossi ben tosto dunque una gran fama de’ suoi talenti; onde il signor de Foys, arcivescovo di Tolosa, soggetto per dottrina e virtú de’ primi che avesse il regno, dovendo venire a Roma per ambasciatore di quella corona, volle anteporre Ossat a molti altri che nell’officio di segretario gli erano proposti e caldamente raccomandati. Venuto a Roma l’arcivescovo dopo qualche anno morí, e