Pagina:Berchet, Giovanni – Poesie, 1911 – BEIC 1754029.djvu/12

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S’ode un pianto: discesa alla spiaggia
è la donna che invoca il consorte,
e alla voga che a lei giá viaggia
piú veloce scongiura il vigor.
65 Infelice! un’angustia di morte
le travaglia la speme nel cor.
A quel prego, sui banchi, giuliva
del riscatto, la ciurma s’arranca.
Giá vicina biancheggia la riva;
70 sotto prora giá l’onda spari;
giá d’un guardo il salvato rinfranca
la compagna de’ tristi suoi di.
L’uom di Parga all’ostello riposa;
la sua stanca pupilla è sopita.
75 Ma a custodia dell’egro la sposa
quanto è lunga la notte vegliò;
e a spiarne, tremando, la vita
su lui spesso ricurva penò.
Nella veglia angosciosa il britanno
80 alla donna soccorre; e le dice:
— Perché taci e nascondi l’affanno?
ah! mi svela i segreti del duol;
narra i guai che al deliro infelice
fenno esosa la luce del sol. —
85 Era il chieder dell’uom che prepara
un conforto maggior che di pianto;
e a lei scese su l’anima amara
come ad Agar la voce del ciel (3),
quando giá pel deserto ed a canto
90 le gemea l’assetato Ismael.
— O cortese, qualunque tu sia,
no, d’aprirti il mio cor non mi pesa;
ma ove l’angiol di Parga t’invia
a veder di sue genti il dolor,
95 se tu ascolti parola d’offesa,
non irarti, ma piangi con lor. —