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Pagina:Berchet, Giovanni – Poesie, 1911 – BEIC 1754029.djvu/184

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225 — Quattrocento siete voi
che mangiate del mio pan:
cento fatevi in drappello
qui, del Carpio, guardiani
cento a battere il cammino,
230 che nessun lascin passar;
e dugento al re con meco
ne verrete a favellar.
S’ei dirammi un suo mal detto,
un peggior glien renderò ! —
235 A giornate stribuite
mosse a corte e vi arrivò.
— Dio mantengavi, e con voi
quanti sono, o mio buon re!
— Mal figliol, tu, di mal padre!
240 traditor, mal vieni a me!
Io t’ho dato il Carpio in feudo;
tu tei fai tua reditá?
— Re bugiardo, voi mentiste:
voi non dite veritá.
245 Traditor s’io fossi, l’onta
la dovrei con voi partir.
Di quel di, lá nel querceto,
vi dovrebbe sovvenir,
allorché straniere genti
250 voi conciaron mal cosi,
che il cavai v’avean giá morto,
e volean voi morto li.
Io Bernardo, io ’1 traditore,
io vi trassi fuor di lá.
255 E lá voi mi deste il Carpio
in dominio e in reditá.
Prometteste a me lá il padre:
poi negastel, voi sleali
— Su! afferatel, cavalieri,
260 ché costui mi si fa egual!