Pagina:Berchet, Giovanni – Poesie, 1911 – BEIC 1754029.djvu/212

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Rimbombava la campagna,
tanto grande fean clamor;
e gran mal significava
quel che detto era da lor:
265 — Morte ai sette ! a quei di Lara !
agli infanti ! morte ai sette !
Tienli a sdegno don Rodrigo:
su, a far noi le sue vendette! —
Stava in mezzo degl’ infanti
270 l’aio lor Nugno Salido.
Quando ei vide i tanti mori,
agli alunni mise un grido:
— Quale uom vivo, o figli cari,
non verrebbe a svenimento,
275 dovend’esser testimonio
del gran lutto che or presento!
Tanta, s’io non vi allevava,
tanta rabbia or non avrei.
Ma si v’amo che il cuor dentro
280 mi si schianta, o figli miei!
Certamente lá è la morte:
come ben ce l’apprestár!
Da tal folta di pagani
non possiamla noi scappar.
285 Pensiam l’anime a far salve,
combattiam siccome forti,
vendiam caro i corpi nostri,
vendichiam le nostre morti :
se la vita spendiam bene,
290 che sia persa non ci caglia.
Bel morir qui uniti noi,
qui da buoni in la battaglia! —
Quando i mori egli ha da presso,
a un per un gli alunni abbraccia;
295 e venuto a Gonzaletto,
lo baciava nella faccia.