Pagina:Berchet, Giovanni – Poesie, 1911 – BEIC 1754029.djvu/217

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I SETTE INFANTI DI LARA
Menò colpi a quello, ad altri;
feri a tondo intorno a sé;
tal che niun si difendea
dal cadérgli sotto il piè.
Tutti quei che n’uscir salvi
con la fuga si salvar:
e ben tredici de’ lenti
co’ suoi figli mandò a star.
Fa gran voci, fa gran preghi
re Almanzor, mentre l’ammira.
— Deh, ti calma, Gonzal Gustio,
calma in te la tua grand’ira!
Duoimi eh’ io ti fèssi oltraggio,
duoimi il duol di che ti accori.
E s’anch’erano gl’infanti
lo sterminio de’ miei mori,
credil pur che ov’io da morti
tornar lor potessi a vita,
per veder la lor bravura
e la bella etá fiorita,
io ’l farei, quantunque io senta
come cosa vera e forte
che, se vivi fosser ei,
presto a me darebbon morte.
Io però soddisfacendo,
Gonzal Gustio, ai dritti tuoi,
ti concedo che tu possa
oggi, in questo di, se vuoi,
o in qual di quando che sia,
ritornartene in Castiglia,
e portarten queste teste,
se il tuo cuor te lo consiglia.