Pagina:Berchet, Giovanni – Poesie, 1911 – BEIC 1754029.djvu/54

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sorta di rispettabili, non solamente sarebbe paruto piú democratico, ma anche piú galantuomo. I minuti particolari di cui parlo, il lettore anche colto può, manco male, ignorarli senza il menomo rimorso. E infatti o non usava egli di cercarli, o non li rinveniva spesso ne’ libri che i savi scrivevano per pascolo della intelligenza comune. Da qualche tempo in qua i savi hanno cambiato di parere, e si sono accorti che il farsi voler bene dalla intelligenza comune è un tantino piú lusinghiero che non il rendersi accetto ai tarli delle biblioteche. E però divenuti vaghi di popolaritá, secondano questa crescente smania che la moltitudine ha ora di sapere, piú che si possa, il vero delle cose; e di questi minuti particolari fanno tesoro, come d’ indicazioni tutte a meglio raffigurare ciaschedun popolo, a meglio definire ciaschedun periodo della vita di esso; né se li dicono piú tra di loro, savio con savio, all’orecchio; ma li trasfondono nei loro libri di storia e li rivelano, fra una novitá d’aspetti infiniti e d’interessi sempre vivi, anche a noi povero pubblico, a cui il monotono racconto del su e giú delle famiglie reali o metteva sonno o faceva rinnegar la pazienza. Non tocca a me di giudicare se questo scientifico rinverdire, per cosi esprimermi, delle cronache sia un progresso fatto dalla ragione umana. Ma siccome ognuno ha diritto d’avere i suoi gusti, e il confessarli, quando innocenti, non è poi delitto, confesso che questa moda mi va a genio molto. E siccome gli spassi, perché sieno proprio tali, bisogna poterli dividere con chi si ama, fo voti onde questa moda pigli piede molto anche in Italia, fosse anche in discapito della quistione sulla lingua o d’altre tali usanze, che vi si tirano tanto per le lunghe e vi si tengono in tanto credito, eppur non sono né cosi ingenue né cosi divertenti. Comunque sia, di questi minuti particolari che, non proprio per gli stessissimi motivi onde piacciono ora agli storici, ma per motivi molto analoghi a quelli, aveva io sentito dire essere gemme pe’ poeti, alcuni pochi mi trovai averne raccolti nella memoria, spigolati qua e lá alla ventura nello scartabellare libri vecchi che parlassero di fatti a cui alludono i versi della