Pagina:Berchet, Giovanni – Poesie, 1911 – BEIC 1754029.djvu/60

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in generale, e non dall’inconcludente fissar gli occhi in faccia alle persone; concetti che non escludono la contingibilitá delle eccezioni, non la niegano, ma non ne tengono conto, paghi di porgere l’espressione collettiva de’ fenomeni piú abbondanti. L’ultimo sentimento che risulta nell’animo di chi considera il secolo della lega lombarda è il sentimento d’una tal quale virtú nella massa de’ viventi in quel secolo, a malgrado de’ vizi inerenti a quello stato di civiltá, a malgrado della particolare cattivezza di moltissimi individui. E di siffatta virtú la prova infallibile sta nel loro aver voluto l’indipendenza e la libertá, e nel cercarle, come fecero, non con la pietá del guaire ma co’ nervi e col sangue nella battaglia. L’ultimo sentimento che nasca dall’esame di noi adesso viventi, non so quale altro esser possa che quello della nostra corruttela generale, quando parla a tutta 1’ Europa il fatto della nostra supina tolleranza della servitú. Che giova ripararci dietro la virtú pure esistente in moltissimi, rifuggirci alle anomalie, quando trattasi di far giudizio dell’intera nazione? Eli’ è una veritá dura (e chi ’l niega?) a sentirsela dire, durissima a dirla questa della nostra corruttela. Ma anche Dio, o chi parlava in nome di lui, rinfacciava durissime veritá al popolo pure prediletto. Ma gli è meno amaro, poiché ella non è piú un segreto, il dircela quella veritá tra di noi, che non il sentircela rintronare ogni tratto e in mille guise dalla bocca degli stranieri, e rintronare con quella odiositá di paragoni, con quella asprezza di modi vanitosi, che ti rende ostico il rimprovero per ciò solo che t’accorgi che in esso non è mistura alcuna d’amore. Quando noi avremo detto il fallo nostro, sará giá questo un passo verso l’emendarcene; e gli stranieri saranno costretti a tacere, se non per altro, per quella cura che gli uomini mettono, non dirò a non essere, ma a non parere plagiari. Ma rimettiamoci in cammino. I due termini astratti «virtú» e «corruttela», i due concetti di «secolo vecchio» e «secolo presente», come poteva io esprimerli co’ mezzi poetici senza ricorrere a forme concrete, a forme umane che li rappresentassero? Lascio a voi, dilettissimi, insieme col merito della pazienza il fastidio di spiegare le leggi e il perché di questa necessitá