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sulla «storia letteraria» del bouterweck 79

non rimanere gli ultimi, cosí dobbiamo confortarci l’un l’altro allo studio delle letterature straniere, non tanto, se cosí vuolsi, per necessitá estetica quanto per necessitá politica.

Il signor Bouterweck, siccome filosofo ch’egli è, considera la poesia, e con essa anche la eloquenza, siccome cose inerentissime sempre alla vita umana. Quindi non solamente va investigando nelle vicissitudini politiche e morali le cagioni fortuite dell’incremento e della decadenza degli studi; ma di un sol guardo contempla tutto il complesso della civilizzazione de’ secoli; e, conosciutone lo spirito, si volge ad analizzare lo spirito delle loro letterature, e ti fa scoprire con evidenza lucidissima tutte le affinitá che corrono tra l’uno spirito e l’altro.

Le opinioni letterarie che l’illustre autore manifesta in quest’opera, massimamente ne’ discorsi premessi alle varie letterature ed alle varie epoche di esse, ci sembrano quasi sempre derivate da quella franca persuasione che è frutto dell’intima conoscenza delle cose. Egli ci pare accostarsi assai a quel grado di robustezza intellettuale che la crescente sapienza de’ tempi vuole in un critico. Da tutto insieme il suo libro si viene a raccogliere con quanta finezza d’accorgimento il signor Bouterweck studiasse la natura dell’uomo, tutte le relazioni di esso coll’universo, poi la storia non tanto delle famiglie dei principi quanto della gran famiglia europea, poi tutti gli accidenti intellettuali che moderano l’umana sensibilitá, tutte le modificazioni del gusto, tutte le teorie del bello d’imitazione e del bello ideale, tutte fin anche le regole de’ retori e dei trattatisti poetici, sieno o no giovevoli all’estetica perfezione.

Nessuno, per altro, tema di rinvenire in quest’opera del signor Bouterweck alcun tratto di quella filosofia che or chiamasi «trascendentale», e che colla sua oscuritá reca fastidio ad ogni lettore che non sia metafisico consumato nelle piú astratte speculazioni germaniche. Egli stesso l’autore rinunziò spontaneamente ad alcune poche idee trascendentali che avrebbero potuto essergli utili, affinché nel suo libro non campeggiasse che quella filosofia che è piana per tutti coloro che non sono affatto inezie ambulanti ed articolanti la voce.