Pagina:Bernardino da Siena - Novellette ed esempi morali, Carabba, 1916.djvu/138

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vallo di stalla. Là dove ella si credeva d’essere aitata, riverita ed amata, ed ella ci comincia a mèttare nimicizia.


VIII.


La vedova imparabolata, oh quanto le sta male! Che talvolta si truovano insieme che paiono scotte chè, chè, chè. Non fate cosí; non ciarlate tanto: io non so che mi dico di voi. Io non vi viddi mai tanto involte in vizi, quanto io vi veggo ora. Io veggo e so tante cose, ch’io so ciò che Berta filò. Io veggo queste vedove andare in modo, che tutti mi pare gridino lussuria i loro portamenti. Voi non mi parete come voi solavate: io veggo oggi la vedova andare col mantello longo, èssare increspato, colla fronte pulita e ’l mantello del viso pénto a dietro, sai, che mostra la guancia. E come se l’aconcia in fronte! Atto di meretrice. Vuoi marito? Va’ e piglialo in nome di Dio, e spacciatane; e a te che la fai andare in quel modo vendela mai questa tua carnaccia! In ogni atto il dimostrano di volere èssare al mondo; le pianelle ella le porta alte come le maritate. Questo è segno che tu vuoi dare la ghigniata a questo che tu aspetti, come tu desti a l’altro. Ella sta per casa, che pare che ella l’aspetti, sai, lichisata e pulita, che si vegga un poco..., sai, e cetera. Ella tiene la casa pulita, che è un diletto: ella studia la sua pelle quanto ella sa o può. Vuoi marito? — No. — Oh, elli il grida tutti i tuoi atti e tutte le tue membra; che si converrebbe che li parenti la faces-