Pagina:Bernardino da Siena - Novellette ed esempi morali, Carabba, 1916.djvu/14

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ii introduzione

questa dolorosa crisi di coscienze. Negli stessi ordini mendicanti si era infiltrato un rilassamento generale da quello spirito animatore che un secolo prima aveva prodotto una fioritura cosí meravigliosa di santi. Le cause di questa rapida decadenza? Molteplici e complesse, né sta a noi qui stabilirne l’indagine.

Nicola da Montefalco cosí salutava la venuta di san Bernardino nell’Umbria:

“Jhesu, tu ci hai mandato
la pianta de Francisco glorioso,
qual da noi a scacciato
ogni mal seme e viver vizioso,
Bernardin grazioso
che predica la vita e la doctrina,
Jhesu, bontà divina,
conserva lui in sanctità et honore.”

E veramente le parole dell’oscuro poeta umbro, nei riguardi di san Bernardino, hanno il valore di una sintesi. Il grande “Predicatore della virtú e della pace” veniva a richiamare le anime alle pure fonti della vita e della dottrina di Cristo.

L’8 di settembre del 1380 — l’anno medesimo in cui moriva a Siena santa Caterina Benincasa — nasceva in Massa Marittima Bernardino dalla nobile famiglia degli Albizzeschi. Orfano della madre Nera a soli tre anni e del padre Tollo a sei, viene affidato alle cure di una sorella della madre sua, di nome Diana, piissima e venerabile matrona. Giunto agli undici anni, Bernardino è chiamato a Siena dagli zii paterni per continuare lo studio della grammatica e quindi per darsi alle altre parti del trivio sotto il maestro Onofrio e Giovanni Spoletano. Si appassiona allo studio; dalle lettere e dalla filosofia passa al giure, alla teologia, alla Bibbia.