Pagina:Bernardino da Siena - Novellette ed esempi morali, Carabba, 1916.djvu/142

Da Wikisource.
130 esempi e detti morali

XIII


Ode, figliuola, e vede, e intende e inchina le tue orechie a quello ch’io ti dico. Ode quello che tu debbi udire, e vede quello che tu debbi vedere. Pone mente a quello che è la tua salute: guardati da tali r..., quando elleno t’entrano in casa, che sempre si ingegnano di favellare quando non v’è la madre; e la fanciulla che non è sperta di questo mondo, non le cognosce, che è pura e senza malizia. Vuoi tu che io te l’insegni a cognoscere? Guarda quando niuna ti viene in casa, e pone mente a questo ch’io ti dico. Comunemente elle sogliono andare quando non v’è la madre: questa è la loro usanza, e sogliono portare in braccio uno paneruccio, nel quale sempre portano cotale ampolluzze da lisciare, e sogliono tenere questo modo. Come ella giògne, si porrà a sedere con teco, e dimandati come sta la tua madre, e dove è ella. Poi cominciarà a mirarti in viso, e porràti mente a tutta la persona. E sogliono dire: “Oh come stai tu! Tu non t’assetti, tu non t’aconci: tu pari pure una bestia, e non mi pare che tu ti curi come tu ti stia! Va’ in buon’ora, va’: fai che tu stia assettata, che tu paia quella che tu se’. Tu se’ la piú bella figliuola di questa terra, e tu stai a la guasta come una pecora.” E la fanciulla che non sa piú là, risponde il meglio ch’ella sa. Ella si riza e diceli: “Io ti voglio acconciare di mia mano;” e aiutala e insegnale com’ella si lisci; e in ciò che ella fa, ella la loda. “Oh, tu se’ bella! Tu mi pari a me la piú bella