Pagina:Bernardino da Siena - Novellette ed esempi morali, Carabba, 1916.djvu/157

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esempi e detti morali 145

ha un affetto d’andare all’uffizio, che tutto pare che si strugga; e li pare mille anni di giògnare, per pelare ora questo e di rubbare quell’altro, e di scannare quell’altro, come fa proprio un lupo quando è ripieno, che si va a purgare in sull’arena per potersi meglio e piú riempire. Doh, io ti voglio dire quello che vidde uno frate, e dissemelo a me che l’aveva veduto. Disse, che uno lupo aveva preso uno porco cinghiale presso a uno luogo de’ frati: quand’ebbe morto questo porco, e egli il lassò stare, e andossene a uno fiume e empissi il corpo di rena, e purgossi molto bene. Quello fiume era un poco di lònga a questi frati. Essendovi chi sapeva la condizione del lupo, subito se l’avisò e si andò, e tolse questo porco. Stato un pezo, costoro stanno pure a vedere, ecco il lupo e torna e non trova il porco. Fate vostra ragione; che per la rabbia che elli aveva, elli percosse tanto il capo in quello luogo, che elli si morí.


VI.


E anco ti voglio agiògnere piú: Io non dico questo né per odio, né per niuno modo di voler male a persona, e noi dico per nominare persona: dico solo il caso: se voi sète concorsi in questo, che il Giudeo per vostra cagione o per vostro aiuto presta a usura qui a Siena, colui che ha consentito col suo lupino, elli è corso nella scomunicazione magiore. Hàmi inteso? — Sí. — Ora ti vo’ mostrare quello che ne seguita a tenere il Giudeo a casa vostra. Due cose ne sèguita: pri-

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