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152 esempi e detti morali

stri.” Non fanno cosí quando vi va uno dei loro; che come l’annasano, li fanno carezze, conoscendo che elli è de’ loro compagni detrattori, e fra loro pare che dicano: “costui è de’ nostri.” E benché non sia conosciuto da tutti, quello che ’l cognosce, dicie: “va’, sta’ qua, ché tu se’ de’ nostri, e fa’ quello che tu debbi fare.”


VIII.


O donne, rompeste mai la quaresima? Mangiaste mai della carne o il vénardi o il sabbato o la vigilia del dí comandato dalla Chiesa? Dice colei: “No, sallo Iddio; non mai ne mangiai.” Tu menti per la gola, ché tu n’hai mangiata assai volte e hàla mangiata cruda per la crudeltà tua. — Hai detratto? — Sí — E chi detraesti? — Fu uno uomo. — Un uomo hai mangiato. — O, io detrassi un prete. — Un prete hai mangiato. — O, io detrassi un vescovo. — Uno vescovo hai mangiato. — Detrassi un cardinale. — Un cardinale hai mangiato. — El papa detrassi. — El papa hai devorato. Simile, tu monica; la monica hai mangiata; e tu la tua vicina; la vicina hai divorata.


IX.


L’atto del detrattore sempre va occulto e con belli modi. Sai come elli fa quando uno detrattore vorrà detrarre? Elli prima sospirarà e chinarà l’occhio in terra, e dimostrarà che elli el dica mal volentieri. E quando egli parlarà, dimostrarrà che ’l muova uno buon zelo, co la lagrimetta; e