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apologhi e novellette 29

l’asino e la pecora per una piccola cosa, e non commendare il lupo e la volpe per lo fallo grande. Che debbi fare? Tèmpara il liuto con discrezione, discernendo difetto da difetto.


IL PAZZO E L’OMBRA


Doh, dimmi: qual cosa è che gravi, piú che l’arena, o che el piombo, o che la massa del ferro? Sai che è? È l’uomo parziale.1 Questo è il piú fatuo e pazzo peccato e grave, che si possa fare: imperò che chi l’ha, mentre che egli sta in tale peccato, mai non si può salvare. O parziale, tu se’ simile a colui che ha la frenase; il quale quando l’ha, non riguarda persona: egli amazzerebbe cosí il padre e la madre, e’ fratelli, come amazzasse una bestia; e perché io il so, posso arditamente dire qui e con verità. Io so’ stato già in luogo, che li fratelli propri si so’ balestrati per amazzarsi l’uno l’altro. Voi non ve n’avedete e fate peggio che non fanno i lupi o i cani. Vuoi vedere s’io dico il vero? Tu il puoi vedere per isperienza. El cane non mangia la sua carne, né anco il lupo non mangia la sua carne, né il lione la sua; e cosí d’ogni animale. Al parziale tanto è malagevole il comportare la contraria parte, che s’el fratello o il figliuolo o il padre fusse contrario a lui, egli s’ingegnarebbe d’ucciderlo. Doh! te ne voglio dire uno esemplo, o parziale, e forse nel portarai. Egli fu uno pazzo che andava verso

  1. Cioè l’uomo che segue la parte guelfa o ghibellina.