Pagina:Bernardino da Siena - Novellette ed esempi morali, Carabba, 1916.djvu/53

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IL TAVERNIERE PUNITO


Egli fu uno taverniere che vendeva el vino, e quando egli aveva dato del vino a chi el comprava, e egli stava tanto che egli pensava che e’ fusse quasi che bevuto, andava per lo orciuolo, e se egli v’era punto di vino, egli el metteva ne’ bichieri, e quasi ogni volta gli faceva trabocare; e ogni volta ne versava, e’ diceva: divizia, divizia, e se egli n’avanzava ne lo orciuolo, egli il gittava il piú de le volte in terra, pur dicendo: divizia. Talvolta quando eglino avevano tovaglia innanzi, se e’ v’erano suso bichieri pieni, egli faceva vista di scuotarla e faceva versare a studio il vino in su la tovaglia, e talvolta ancor l’orciolo; e ogni volta diceva: divizia. Egli s’aveva tanto recato questo dettato, che ogni volta che egli versava egli diceva: divizia. Avenne una volta, che uno che v’usava, s’era aveduto dell’atto di questo taverniere, che piú volte gli aveva versato del vino, e aveva compreso come egli il faceva a studio. Stette attento quando el tavernaio aveva faccende, e andossene al cellaio dove el tavernaio teneva el vino, e giònse a una botte e cavonne fuore il zaffo e lassa versare el vino, e viensene fuore e comincia a gridare: divizia, divizia. E stando cosí l’oste, gli cominciò a venire di vino, e meravigliandosi corse al celliere e vidde la botte che si versava forte; e mentre che ella versava, mai colui non si risté di gridare: divizia, divizia. Allora questo


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