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62 APOLOGHI E NOVELLETTE

di loro, e diceva a chi aveva a comprare, piano: “Ella è buona mercanzia, tòllela per cotanti denari.” E al mercatante che aveva la mercanzia, diceva: “Ell’è cattiva mercanzia; dàlla per cotanto.” E avendo lo’ parlato a ognuno di per sé prima, quando e’ so’ cosí insieme, dice colui che la vuole vèndare: “Io ne voglio cotanto; i’ ne voglio dieci fiorini;” e ’l sensaio poneva il suo piè in su quello di colui che voleva comprare. Diceva colui che la voleva comprare: “Io te ne darò nove;” e ’l sensaio poneva il piè all’altro, e quando a amenduni insieme poneva il suo piè sopra a loro; e tanto faceva, che egli gli acordava. Oh, questo dipoi è anco piú bello; che colui che aveva comprato la mercanzia cattiva, diceva al sensaio: “Ben m’hai fatto comprare cattiva cosa;” e ’l sensaio rispondeva: “Oh, però t’accennai io, perché tu la procurasse meglio.” E cosí partitosi, avendogli ataccata la ghinghiata, era poi trovato da colui che l’aveva venduta, e diceva: “Oh, tu m’hai levata la mala mercanzia da dosso!” E egli rispondeva: “E però t’acennavo io, che tu la desse, e che tu non la tenesse a dosso. Quando egli ti disse cosí, egli mi pareva mille anni che tu venisse a’ fatti.” E cosí d’una medesima cosa dava cenno all’uno e all’altro. E di qui venne quello volgare: però t’accennai io.