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Pagina:Bernardino da Siena - Prediche volgari I.djvu/237

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predica ottava 201

hai, acciò che tu levi la cagione della invidia che elli ti porta invidia, elli ti detrarrà e farà quello peccato. Se elli nol fa, elli non ti detrarrà, imperò che non sapendolo, elli non parlarà di te. Et inde è detto: — di lónga da ochio, di lónga da cuore. — Simile: — quello che l’uomo non vede, il cuore nol crede. — E però, quando tu puoi fare che elli non sappi il tuo bene, fallo, chè elli si consuma tutto, quando elli il può sapere. Ode Job al sicondo cap.: A flagello linguae absconderis, qui frangit ossa.1 L’ossa che so’ così dure, per lo dire della lingua so’ flagellate, però che ella è più dura con non so’ l’ossa. E però fa’ che tu cerchi sempre il buono, e occulta il tuo bene allo invidioso: cerca la gloria del tuo bene e del ben del prossimo tuo. Gregorio dice: Qui non quaerit gloriam, non sentit verecundiam: — Chi non cerca la gloria, non sente contumelia2; — imperò che sempre il gattivo mormora. O giovano, è mormorato di te? . Sì. — Cagione ci è. E tu, donna, è mormorato di te? — Sì — O perchè? Perchè tu ti dipégni e fa’ ti bella, sai, quando con bianco e quando con rosso. Tu te ne se’ cagione; e infine tanto farai così, che tu diventarai3 poi gialla, e là dove tu dimostri quello che non se’, e fai peccato, se’ cagione che un altro mormori. E questo sia per lo terzo.

Quarto rimedio e modo che t’è insegnato si è, che tu debbi pensare che tu hai a capitare dinanzi al vero ec.

  1. E’ il versetto ventunesimo del quinto e non del secondo libro di Giobbe, e così dice: A flagello linguae absconderis, et non timebis calamitatem cum venerit.
  2. Il Cod. Sen. 6, cui è conforme il Pal., dà questa variante: Chi non sente la gloria, non sente vergogna. Chi non cerca gloria, non cerca contumelia.
  3. Il Cod. Pal., che ne sarai cagione., e diventarai