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Pagina:Bernardino da Siena - Prediche volgari I.djvu/336

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e fare bene, fu detto a quel signore. Infine, perchè a colui gli era voluto bene, elli vi si recava molto mal volentieri. E tornato costui, elli commise a uno suo con- fidato famiglio, che ordinasse che costui capitasse male. E ’l famiglio per compiacere al signore stava attento, perchè questo gentile uomo capitasse alla intenzione del capitano ; et infine fu cognosciuto come costui era odiato. E volendo il capitano scusarsi, fece pigliare questo fa- miglio, e fecelo impicare per la gola ; che con tutto eh’ elli fusse suo amico, perchè elli era pòvaro, ne fu fatto poco conto : chè il suo signore tenne più caro, che non si sapesse quello che aveva ordinato, che elli non tenne caro il suo famiglio. E questo fu ferro che passò dentro, insino che gli de’ la morte. Non aveva buona corazza costui. Un altro è armato di corazza che è tutta d’ acciaio 5 anco non è bene armato. E sai chi so’ coloro ? So’ quelli che si mettono in battaglia, sai. 0 tu che ti metti a grandi pericoli, che spesse volte vi se’ tagliato a pezzi ; imperò che la tua gagliardia va saltando, come |3ezzi d’ acciaio, e tu rimani colà in terra morto. E que- sta si chiama coniunziorie e gattiva. Quinta, si chiama conclusione : ne spiramlum quidem incedit per eas: e questo è quando uno arassi serrata in sè la sua intenzione gattiva, che per ninno modo vi può entrare veruno lume di verità. Sai, quando elli è una botte serrata, sai, ben ben serrata, per modo che non ne può uscire il fiato ? Quella è conclusione : chè con tutto che altri dica, elli è sì serrato, che se fusse uno tuono, non può udire nè iiitèndare la sua salute : che non v’ è spiracolo per lo quale elli possa pervenire a lui ninno raggio di verità. La sesta è comunione: una alteri adhaerehit : Doh! Ve-’ desti tu ma’ mescolato il vino coll’ acqua, che elli è sì