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322 | predica decimaterza |
non vi parlare altro che a vostro utile; e ciò ch’io vi dirò, dirò carità, in carità, e per carità. — A casa.
Io dico che l’angiolo grida quando pare che sia disposto che un pericolo sia: elli grida l’aria, e grida la terra, le pietre, ognun pare che l’anunzi, ognuno il dice, acciò che s’adempia quello detto della santa Scrittura: Ut qui non vident videant, et qui vident caeci fiant:1 — Acciò che chi non vede vega, e chi vede sia cieco. — De’ quali disse David profeta: oculos habent, et non videbunt:2 — Eglino hanno gli ochi e non vegono. — Oimè, non siate voi di quelli, cittadini miei! Doh! voliate ravedervi; non aspettate che Idio vi mandi qualche giudicio. Doh, ephphetha, popolo sanese; apre gli ochi! Ode Isaia quello che parla per te a xlij cap.: Tacui semper, silui, patiens fui, sicut parturiens loquar. — Io ho lòngo tempo taciuto con voi Sanesi, et ho avuta pazienzia. Ora chiamarò e gridarò come donna che partorisce. Io gridarò se voi non v’amendate. — Basti per lo primo vigore.
Sicondo è rigore, e debbi bene considerare che Idio giusto giudice darà a ciascuno sicondo l’operazione che esso árà fatta. La Scrittura n’è piena in più luoghi. Nullum malum impunitum, et nullum bonum inremuneratum: — Niuno male sarà impunito, e niuno bene inremunerato. — E perchè Idio molte volte ha aspettato che uno popolo che vive male, torni a penitenzia, quando ha aspettato quello tempo che piace a lui, allora elli dice a questo angiolo: I — Mette la tua falce in terra e miete, però che elli so’ mature le biade. — Et angiolo pure tardava, perchè aspet-