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Pagina:Bernardino da Siena - Prediche volgari II.djvu/108

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di SÌ, quando tu ricevi delle canzonette dall’amante, e poi le canti tutte così vane, e cantile talvolta per èssare udita e intesa da chi si sia. Tu m’ intendi bene; e tal- volta le promesse a la ruffiana, sai: anche hai rotta la fede. Doh! non vogliate mai udirne ninna, chè ella è la più pericolosa cosa, una vecchia indiavolata a svoltare una fanciulla; peggior cosa che possa avere una fan- ciulla, che essendo la miglior del mondo, è possibile a farla cascare. Corrumpunt bonos mores colloquia mala:^ — 11 male parlare corrompe i buoni costumi. — Che diremo quando si viene a’ fatti? Quando tu vieni a questo grado, oh! póvaretta, tu hai rotta la fede affatto; chè l’hai rotta prima col cuore, poi co le parole, et all’ultimo colle òpare. E in simile modo dico a te uomo, che come ella è obligata a te, così se’ tu a lei; chè rompendole la fede,, come ella la rompe a te, tutti e due andate a casa del diavolo, se non ti confessi e pèntiti con pensieri di mai non ci cascare più. Tu vedi che V anello avanza il dito di grossezza, e il dito avanza l’anello di longhezza. Che vuoi dire? Vuol dire che l’uomo non die avanzare la donna di fare centra la promessa sua. Ode Paolo a’ Co- rìnti al vij cap. Vir non habet potestatem sui corporis, sed midier; et mulier non habei potestatem sui corporis^ sed vir: — L’uomo non ha podestà del suo corpo, ma la donna; nè anco la donna non ha podestà del suo corpo, ma il suo sposo. — Saldo, saldo, non ti partire, non pigliare l’osso. Non t’è poi mai lecito di consentire al peccato, perchè tu sia donna di costui; anco ti dico che innanzi voglia morire, che consentire mai a peccato mortale. Non hai scusa ninna; e se tu pure volesse dire: — elli mi con- 1 Sau Paolo ad Corinthio^^ I, cap. xv, vers. 33.