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Pagina:Bernardino da Siena - Prediche volgari II.djvu/166

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lecita, non è peccato mortale. Non è lecito così come tu credi, no: se tu desse il figliuolo tuo a balia perchè tu se’ indebilifa, o non hai tanto latte, o altre cagioni legittime, tu non pecchi; ma se tu ’l fai per poterti di- lettare meglio, dico che allora tu pechi. Dice colui: — oh, io yjiglio diletto della mia propria donna! Perchè non m’è egli lecito? — Non t’ è lecito, no. Va’, leggi Angustino in quinta distinzione, nel cap. ad ejus, e ve- drai belle dichiarazioni. Perchè so’ molti uomini che di- ranno: — io piglio diletto della mia propria donna, però che se io so’ inchinato a carne: ella m’è stata data per mia sposa, e io mi so’ dato a lei per marito solo per levar via il maggior peccato, lo l’amo come io debbo, perchè ella è mio prossimo. — Eelladice: —il mio marito è il mio capo e il mio magiore, e così l’ubidisco come mio magiore. — Dice Angustino, ch’ella non è tua; e anco a te dice, che ’l tuo marito non è tuo maggiore. Anco dice: non tua sed caput tuum Christus est: — E1 capo tuo è Cristo; — però che Cristo è il nostro capo prin- cipale, e per Cristo operiamo ogni nostra operazione, e però doviamo seguitarlo in tutte le vie, in tutti i modi, e a tutti i tempi, che noi crediamo che piacci ‘ a lui. Inde hai il detto di Pavolo ad Thessalonicensesi cap. quarto: Sciai imusquisque vestrum vas suim possidere in santificatione et honore; ^ non in passione desidera, sicut et gentes quae ignorant Deum: — Sappi ognuno mantenere il suo vaso in santità et onore, non in passione di desiderio, come fanno le genti, le quali non credano in Dio, — cioè i pagani, i quali prepongono il diletto a Dio, che noi co- gnoscono. Ma dimmi: tu dici: — ella è mia; — io tei 1 Gli altri Codd,, piaccìno. 2 Epistola prima, vers. 4.