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Pagina:Bernardino da Siena - Prediche volgari II.djvu/244

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guitare nè nominare; sìmile col cuore, che non l’ami più a nulla; e anco dell’operazione, non si vuogli mai più ritrovare ‘ nè dare aiuto per niuno modo, nè con parole, nè con fatti; conviensi che in ogni modo egli le rinnieghi. Poi puoi èssare assoluto. La prima delle tre ultime: dico che di mille parziali non se ne salva uno. La cagione si è, che elli non se ne confessa mai. Io t’ ho già detto che elli è de’gravi pec- cati che si facci. Adunque, se elli non se ne confessa, che non se ne fa coscienzia, che die èssare dell’anima sua? Die capitare male. Egli si conviene che venga a questo: Qui fedi peccatiim^ servus est peccati: ® — Chi fa il pecca- to, è servo del peccato; — cioè servo del diavolo, e non die èssare mai di quello di Dio; però che egli è di- viso da Dio e da ogni buono vivare. Però piglia per re- gola generale, che chi muore in notorio peccato mortale, non di’ ^ èssare sotterrato in sagrato, ma die èssare sotter- rato al fosso cogli asini. Dice Agustino, che questo è un ba- stone, col quale Idio gastiga in questo mondo i gattivi; che talvolta per la ostinazione de la parte, egli è mor- tagghiado. Che credi che si debbi fare di costui? Ma che? Eh gli ostinati non intendono Qosa ch’io dica! La ragione si è perchè non hanno ninna buona volontà; non avendo buona volontà, non è in carità, e non essendo in carità, e Idio non lì ama. Dunque, a casa del diavolo vai, e ’l corpo al fosso. La siconda, e notala bene questa conclusione; egli è bene di volerla sapere: qualunque persona muore con segni evidenti di parti, e non dimostra segno al pèntarsi,

  • Il Cod. Sen. 6, non si vuole mai più ritornare.

2 Vangelo di S. Giovanni, cap. viij, vers. 34. 3 Cioè, non die\ elisa la e dalla vocale susseguente.