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Pagina:Bernardino da Siena - Prediche volgari II.djvu/311

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XXVI. Come e che si de" domandare a Dio ‘. Si quid petieritis Patrem, in nomine meo^ dabit vobis ( lo- annis^ XV capitulo Le parole prealegate, dilettissimi, so’ del nostro maestro e signore lesa benedetto nel Yan- gelio di Giovanni evangelista a xv capitoli: in sentenzia volgare dicono così: — Se voi domandarete alcuna cosa al Padre mio nel mio nome che è lesu o vuoi Cristo, che tutto è uno, elli ve la darà. — lo ve l’ho già altre volte detto, e anco il ridirò: ninna grazia che domandi il Figliuolo di Dio al Padre suo Iddio, non li può èssare denegata; e però chi adimandarà al Padre per amore del Figliuolo, sempre àrà la grazia. Ma ogni cosa vuole ordine, a volere che ella abbi buono fine: elli si con- viene imparare a chi noi sa, come si die domandare alcuna grazia a Dio. In tre modi si vuole adomandare la grazia a Dio a volerla ottenere. Prima. — Chi domanda si conviene che adomandi cosa che sia salute d’ anima. Non si vuole domandare la grazia a Dio come la domandano talvolta i soldati; che diranno: — Deh, femmi una grazia, che abbi una buona e grande preda! — E talvolta sarà di quelli che si vo- taranno di darne parte a santo Antonio, e dannolili. ^

  • Il Cod. Pcd.: Come dobbiamo domandar grazia a Dio.

2 Correggi, cap. xvj, vers. 23. 3 I] Cod. Sen. 6, daranonegli.