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Pagina:Bernardino da Siena - Prediche volgari II.djvu/315

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i serafini e tatti i cherubini e troni ^ e dominazioni e podestà e virtù e arcangioli e angioli e tutte l’anime giuste. E se fusse possibile tutti questi che io ti conto fiisseno in uno, il quale continuamente pregasse lesa Cri- sto Idio incarnato ® o deificato, elli non àrebbe tanto cara la sua orazione, quanto quella di Maria sola. Dice uno dottore, che più fa piegare Idio a dare [grazie] ^ all’ora- zione e alla preghiera di Maria, e più condiscende ad adempiere ciò che essa domanda, che a tutte l’altre grazie che chiegono l’altre anime della gloria; e ma- giori so’ le grazie che Iddio dà a lei, che a ninna altra anima. La cagione si è, però che essa è quella che ha dato a Idio Padre lo interpetratore per noi, cioè Cristo lesa, della sua propria carne. Essa Maria prega il Figliuolo, dicendo: — o Figliuol mio, io voglio questa grazia; — mostrandogli le mammelle, dicendo: — Fi gliuol mio, tu sai ch’ io ti lattai; io ti governai nella vita mortale. — El Figliuolo si volta:—0 Padre mio, io ti domando questa grazia, la quale la mia madre mi domanda a me. Vedi 4, per tanta ubidienzia quanta io ti portai, guarda le mie mani, e’ miei piei, el mio lato e tutte le mie membra: per la salute della umana natura io volsi morire, e discesi a pigliar carne mortale per l’utilità loro. — Allora Iddio Padre dà la grazia al Figliuolo, e il Figliuolo la dà alla Madre, e così per mezzo di lei viene a noi. E così hai inteso, ad quem^ a chi tu debbi dirizare la tua orazione: a tre, prima al Padre eterno,

  • Il Cod. Pai., e tatti i troni.

2 Gli altri Codd., in carne. 3 Nel nostro Cod. in luogo di questa parola, dataci dal Cod. Pai., ò una lacuna. L’altro Cod. Sen. segn. di n. 6 legge, ad ringriìzian^ci. ’* Gli altri Codd.: Vedi, Padre mio, ec.