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Pagina:Bernardino da Siena - Prediche volgari II.djvu/318

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sentito altrimenti da Dio, che sia sentito uno suo nimico.. — E io non dirò el patrenostro! — None: or aspetta un poco; non ti partire: io non voglio che tu dica: io noi dirò. Non far così, chè non dicendolo, tu faresti anco peggio. Una cosa ti vo’ dire fra l’altre: non ti disperare, perchè tu ti cognosca èssar cattivo e con peccato mor- tale. Non hai tu a memoria di quello publicano e di quello fariseo, che oravano nel tempio? (Luca, a xviij cap.) El pubblicano diceva nella sua orazione: Dews, prò- pitius esto mihi peccatori. Oh quanto è buona e dolce pa- rola! — Signor mio, deh, sia propizio a me peccatore! — E per la sua buona orazione elli si partì giustificato. El fariseo che era riputato insto, e così esso proprio si riputava, stava apresso all’altare, e diceva nella sua ora- zione: Gratias ago Ubi., Domine, quia non sum sicut ceterii — Io ti rendo grazie, Signore Iddio, ch’ io non so’ come so’ coloro che non fanno il tuo volere. Io digiuno per tuo amore; io do limosino e fo dimolte altre opere giuste. — E per lo suo riputarsi buono fu dannato. El peccatore e publicano che si riputava non degno pur di mirare il tempio, considerando il peccato suo, si partì giustificato, e fu beato. Or guarda tu come si mescolano le lande colle mannaie! Doh, io ti voglio dire di tre effetti che adopera l’ora- zione. El primo è impetrativa di grazia pe’ gattivi. Sicondo è meritativa per li buoni. Terzo è testificativa e pe’ buoni e pe’ gattivi. Primo è impetrativa di grazia per li gattivi. Senten- zia di santo Tomasso super lohannem. - Se uno gattivo do- manda grazia di pèntarsi de’ suoi peccati, e di far bene- per li tempi avvenire, e di cognoscere Iddio, Iddio l’àrà. per bene; che ben che non meriti d’ èssare esaudito,.