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Pagina:Bernardino da Siena - Prediche volgari II.djvu/46

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elli era aperto ì’ uscio e messo dentro. E questo face»- vano, perchè e’ non fusse veduto *: prima non vi si fa- ceva così. Anco, quando un gattivo vi giógnevastava di fuore a parlare e pregare; e per quello Statuto si fece ^ peggio. Or io non ne voglio dire ora più. Altra volta ne vorrò parlare più per agio; poniamolo per ora daccanto. Io quando capito ^ in una terra, subito mi viene alle mani ogni bene e ogni male che vi si fa. Egli mi viene- alle mani ogni cosa odorifera, ogni puzza: per qualche modo si conviene che mi capiti alle mani, o per un modo 0 per un altro; e non già per confessioni ch’io facci; imperocché da dieci anni in qua io ho saputo qualche cosa di questo mondo. Che cosa dirò io? Quando io era secolare ^, egli mi pareva sapere tutte le cose del mondo; ogni bene e ogni male. Ora a quello ch’ io ho saputo poi, io non sapevo e non conoscevo nulla- Poi che io confessai, seppi tanto più. Ma poi ch’ io non ho confessato, io ho saputo tanto di questo mondo, che dicendolo io, egli ti parrebbe bene assai. Ora a casa, per non pagare cinque soldi, chè non gli ho da paga^ re ^ Dico che in luogo so’stato, che chi v’andava, stava di fuore a parlare con loro; poi per li ordini, come so’ giòliti, subito entrati dentro Io ho tanto udito da chi m’ ha voluto dire di quello che si fa,, ch’ io ho si

  • 1 detti Codd., preso.

2 Gli stessi Codd., si faceva. 3 Gli altri Codd., (piando vo. i Negli altri Codd., scoiaio. 3 Qui scherza sulla pena di cinque soldi data a coloro i quali, dopo so- nata la campana dell’un’ ora di notte, fossero stati trovati fuori di casa (M). 6 E gli altri Codd., entrano dentro.