Vai al contenuto

Pagina:Bernardino da Siena - Prediche volgari III.djvu/115

Da Wikisource.

XXXV. Qui tratta dellì tre peccati capitali, Timete Demn [Item^ uhi supra). Le prealegate,^ dilet» tissirni, so’ pure quelle di Giovanni nel suo Apocalisse a xiiij cap., e so’ parole di quello Angiolo il quale volava per lo cielo gridando: ^— Teinete Iddio, temete Iddio: — e doppo questo sogiogne e dice la cagione: Quia venit dies^ iudicii eius: — Però che egli viene il dì del giudi- ciò5**^— e di qual iudicio! Credi tu che egli parli del giudicio generale? No, ma del giudicio particolare. Sai tu perchè egli manda questi suoi giudicii particulari? — Se tu noi sai, io tei vo’ dire; e mira se tu città di Siena ci se’involta. Tre pecati sono quelli i quali fanno pro- vocare Iddio a ira inverso i popoli, e so’ questi: Primo è superbia. Sicondo è lussuria. Terzo è avarizia. Ora io voglio che tu vega chiaramente che questi pecati dispiacciono più a Dio, che pecato che sia, nè potrai pensare il contrario con verità. Ode Giovanni ne la Canonica sua: Quidquid est in mundo^ aut superbia vitae, ^ Così nel solo nostro Testo: gli altri due Codd. hanno.* Le parole prealegate, 1 Il Cod. Pal.f gridando ad alta voce, E difatti la Vulgata ha.* di- cens magna voce’. Timete Dominum. 1 La Vulgata vers. 7 del detto cap., dice hora, ^ Il Cod. Pal.^ del suo iudicio.