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Pagina:Bernardino da Siena - Prediche volgari III.djvu/189

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arandellato; a chi è tratto i denti. Io passai già per

ia, che di queste tali cose vi si facevano assai. Chi veva la febre, chi moriva di fame, chi biastemiava: uine s’ ardeva colui che era morto; chi gridava, chi langia, chi stenta, chi scrive a’ suoi. Or questi so’ co- )ro che hanno il re dell’ abisso: il capitano è il dia- olo, sì del mondo e sì dello inferno. Job: Diabolus qui st rex super omnibm fìliis superbiae^ Abyssus che vuol I ire? Ab a, quod est sine, et bissus, lux quae est a ìonge. * ] cupo senza lume: così è il dimonio: è di lònga da la hiareza di Dio. Idio è ogni bene, e il dimonio è ogni baie. Questo maladetto re è chiamato sterminatore di gni bene: egli è sterminatore d’ arti; egli è stermina-

)re di mestièri, sterminatore di mercanzie, sterminatore

ii scienzie, sterminatore di figliuoli, e generalmente ster- minatore d’ ogni cosa buona. E qui hai veduta la sua ijominazione infernale per la siconda parte. 1 La terza parte principale dissi che era la duplicazione i’ esso male. E1 giovane che passa e’ trenta anni, e così \L giovana, m’ intèndarà: chi n’ha meno, non m’intèn- brà. Dice Giovanni: Vae unum abiit^ et ecce veniunt adhuc |/o vae post haec: — Uno guai è andato via; e eco che f ingono due guai doppo questo. — Uno guai n’ è an- dito via, quando s’è passato già di quaranta anni de le i irtuiie passate; ma di quelle di già trenta, anco ci so’ !| quelli che li duole il capo, ma poco dura, chè si va 1 Nella Vulgata il passo corrispondente, che è il vers. 25 del cap. xlj

.lìl Libro di Job, parlando di Le’viatan, cioè del diavolo, così dice
Omne

y’tblime videi i ipse est rex super universos pìios superhiae. Nel Cod, y^xL dopo il passo di Job seguono queste parole: E V angiolo che è fatto u\ir la superbia diavolo. x * Aveva detto altrove: „ Abisso dicitur ab a, quod est sine, etbissus i (od est candor, cioè luogo dove non è ninno lume „ ( V. in questo a 57).