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Pagina:Bernardino da Siena - Prediche volgari III.djvu/199

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kij cap.: Numqidd avis discolor haereditas mea mihi. 0 ani- tna mia, ricomprata da me, debbi tu èssare ucello di v’ari colori! Come vari tanto te medesima, che dovaresti issare tutta pura! Doh, udiste mai dire d’ una cornachia 3he si vestì una volta d’ ogni penna? Oh, ella era tanto Della, era cangiacolore! Sai che ne intervenne? Che ogni icello se le posero d’intorno, e ognuno si tolse la sua )enna, e così rimase spennazzata. A proposito. 0 donna ìhe porti tante cose non tue, se egli ritornasse la lana li che tu vesti a le pecore, e la seta tornasse a’ verini- li che la fecero, e i capelli che tu porti, tornassero a Doloro che so’ morti, di cui furono, e’ crini che tu ado- rali, tornassero a’ cavalli; se ogni cosa che tu hai tolta oer tuo adornamento, tornasse al principio, oh, tu ri- marresti spennachiata, tu non àresti tanti lilli e tanti imbratti quanti tu n’ hai, e non faresti tanti pecati quan- itufai! , E1 terzo segno di pecato si chiama suavità. Questo |)eccato si vede quasi in genere, che non è ninna che non erchi d’ avere i più gentigli panni che si possono tro- lare. Oh, e’ sarà che darà venticinque lire al marito di ota, e vorrà il rosado! Oh, quanto è da biasimare! Già 3 stimai in una casa, che valevano più tre vestimenti che illa aveva alla finestra, che non valevano tutte l’altre cose Vhe v’erano per casa. Parti da lodare, eh? Non è niuna ) mto da poco, che non voglia lo scarlatto e ’I pavonazzo ’l rosado. Or ponete mente, che voi trovarete che i "ontadini vorranno anco gli scarlatti. Egli m’ è stato ’ etto. Donna, anco t’ amonisco che tu non porti più ,età, ma io ho inteso che egli la porta ora V uomo, i dmmè, che voi non pensate a molte cose che voi dova- i iste! Che credete che facci ora il diavolo? Egli ha ato uno botto a’ vostri vestiri di quelli grandi. Vuoi ve-