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Pagina:Bernardino da Siena - Prediche volgari III.djvu/221

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’namenta dilicate che non si danno a lui o a lei. Ei aarto si chiama preziosità; e dissiti che meglio s’apar- ^ene al rico che al pò varo, benché anco lui non facci ene. E1 quinto si fu iniquità di quelli che si vestono

robba mal guadagnata
e questi furono i primi cinque.

El primo degli altri cinque dissi che era superfluità; ’ )ve dissi di Adamo vestito di pelle perchè stesse caldo; tu tieni dieci o dodici vestiri, e vestine e’ goffani e le artiche, e ’l pòvaro si muore di freddo; e dissiti F asem- 10 deir asina de le tre ville, che si scorticò. El sicondo i di dogati e infrappolati che voi usate. El terzo pec- ito ti dissi che era novità; dove dissi che a riparare nrebbe buono ^ ma non vi so’ vedere la via già io. ,uarta si chiama malignità; dove vedèmo il danno che fa quando si muta una forgia nuova, ehi con arienti, 11 con perle, chi con listre eccetera. Ultima fu dannosità; ’ive ti mostrai quanto danno voi fate a la vostra città, mere i denari morti: e questo fu in quanto al dosso, neo ti dissi de la vanità del capo, de’ cappucci grandi, di perle e di civette e barbagianni e taglieri; ogni osa di peccato. E così ti dissi de’ piei, pianelle alte, e ìascinamenti di panni. Doli! cittadini miei, temete Idio riparate a tanto male; che se voi vi vorrete amendare, oi trovarete da Dio misericordia, e daravvi in ultimo . gloria. Ad quam ille vos et me perducat in saecula sae- nlorum^ amen.