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Pagina:Bernardino da Siena - Prediche volgari III.djvu/248

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Sicondo modo è d’omicidio: come se talvolta d’uno carnaiuolo, el quale macellarà e véndarà una bestia cor- rotta al suo banco a cotanto la lira. E molte volte ne so’ cagione loro. Che credi che sia una bestia gonfiata da uno che sia corrotto lui? Ha corrotta quella bestia ed è possibile d’ uccidare chi ne mangia. E’so’ molti che dicono, che la gonfiano perchè la bestia sia più agevole a scorticare: e io ti dico, che se ella è più malagevole, che tu debbi durare quella fatiga, tu debbi fare il tuo mestiero quanto è possibile a farlo. Ma io ti vo’ dire a te che mi dici così: qual’ è la cagione che a Roma mai non vi si gonfia carne? Ep[>ure vi se ne macella. Sai per- chè? Perchè hanno buono costume. Simile vo’dire del pesce: quando egli è corrotto, mai noi debbi véndare, però che tu metti a pericolo chi ne mangia. Prinm git- tarla, che véndarla tal mercanzaia corrotta. Non volere fare come faceva uno cristiano rinnegato, cristiano di Centura ^. Dice, che egli parlò una volta al Soldano e dissegli: —io tolgo a uccidare più cristiani io, con uno certo modo^ che tutta la vostra compagnia co le spade in mano. — El modo era questo: che egli andava fra e’cristiani e vendeva carne e pesce e altre cose infette e corrotte, le quali erano mangiate da’ cristiani: e per questo molti erano di quegli che morivano in poco tempo. El terzo è d’ inviluppi e circumvenzioni e malizie, che V uno usa oggi contra a P altro: a’ quali dice Fa- volo: Nemo in negotio circumveniat fratrem suum, ^ Oh, io tei vorrò dichiarare più in giù. 1 Cioè, di que’ cristiani, convertiti da san Tommaso, che abitavano ia Terra Santa. , 2 Epist. prima ad Thessalomc., cap. quarto, vers. 6, e dice: ne quis supergrediatur^ ncque circumveniat in negotio fratrem suum»