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Pagina:Bernardino da Siena - Prediche volgari III.djvu/250

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cotanti denari, e rimaniamo d’ acordo. — E io ti dico, che ogni volta che tn compri la mercanzia assai meno che ella non vale, sempre pochi; e così se tu la vendi jj più che ella non vale. Vedianne 1’ essempro in pratica.^ Tn hai una mercanzia che vale cento fiorini, e vorrev; stila véndare quello che ella vale; e cercarai, e no nei trovarai quello che ella vale. Tu vai, e dàla per cin- quanta, o per sessanta, o per settanta fiorini; e-un altr( che ara la medesima mercanzia che vai cento fiorini e’ vendaralla trecento. Dicono i Dottori, che questo noij è lecito nè a véndarla nè a comprarla, molto più (j meno che ella non vale. Ogni volta che tu mercatantd;^ compri la mercanzia un poco meno che ella non vale per guadagnarvi, e così la vendi un poco più; che t’ «i lecito, per poterti mantenere nel tuo esercizio a bene li utile de la tua città. Ma che diremo d’uno che vende II; cosa meno che ella non vale, però che non la cognosc(|i e vendela a uno che la cognosce? Come talvolta sari uno contadino che ara una pietra preziosa che non - cognosce, e tu ne gli dai quello che tu vuoi, e poi u vendi quello che ella vale. Non credi tu fare peccatoli Certo sì, e se’ tenuto a restituzione. Così vo’dire di moli?] che vendono per bisogno o per necessità, e dà la coi per meno che non vale.

Or mettiamo per essemplo una di queste necessil|ii Tu hai allato a costui la tua casa, e vorresti véndarliji; e non s’ attaglia a ninno più che a costui; però che? altro non vorrà fare dispiacere a costui che l’ha dallajj e che la vorebbe comprare. Se tu che l’hai dallato? vorrestila comprare, dici: — io la comprarò per q^6|> che tu ne trovi da un altro,* — e un altro, ti dico, nl‘j vorrà farti dispiacere; tu dirai: — io te ne vo’ dare (|j»j tanti; — e non ne gli dài quello che ella vale; dico c||ùj