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Pagina:Bernardino da Siena - Prediche volgari III.djvu/253

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m, Domine^ decet sanctitudo La tua casa. Signor mio,

e David, è casa di santità. — E però io vi dico che

i voi non facciate in chiesa queste tali ragunate; se i le volete pur fare, fatele in altro luogo, però che il )go de la chiesa è ordinato per celebrare e per orare. ho pure inteso che ci so’ de’ luoghi atti e ordinati a i. Non voliate mai in disonore di Dio venire a tanto isato. Per 1’ amor di Dio, io ve ne prego e vel comando r sua parte. Oimmè, o che diremo di coloro che mer- itano in chiesa? Oimmè; o non vedete voi, che voi ^fate casa di bugìe e di giuri e dì spergiuri? Così dico roì, Oflìziali de la città, che ci fate voi? Voi dovete Ijere ragione ne’ dì che v’ è lecito, e voi aspettate il ide la festa, per potere avere i contadini ne le vostre (re, dove voi séte per Uffizi ali. Io vi dico che non vi 50cito,enonv’èlecito,enonv’èlecitoneidìco- Badati. Dice Qolui: — oh, io non posso lassare le mie )ireildìdellavorare;—eiotidico,setunonle })i lassare, e tu te ne sta. E così die dire l’Uffìziale: - io voglio più ratto dispiacer e a te, che a Dio: io non ih fare il peccato mortale in tuo servizio, — E dico 3I sarebbe molto bene che sopra di ciò se ne facesse 4nto; acciò che non si perdessero molte anime, che p iano mortalmente per guadagnare il dì comandato. La sesta ’ circostanzia si chiama il consorzio: dove l<bi essere amaestrato di véndare una cosa medesima, ntantoaunoquantoaunaltro.0tuchevaiavén- he la tua mercanzia in su la strada, e vienti uno fore- 4lro a domandare: — che vuoi tu di questo? — Viiòne trita soldi; — e al cittadino non la vendi se non vinti òli. E perchè io biasimi il buttigaio, egli il fa bene Salmo Ixxxxij, vers. 5.